Mara SelviniMara Selviniformazione terapia e ricerca

BIBLIOTECA

La sezione del sito Biblioteca ospita indicazioni bibliografiche, articoli, riviste, recensioni e schede di libri, pubblicazioni dei docenti, interventi a convegni e seminari. Si tratta di risorse che possono essere utili per seguire l’attività didattica, approfondire un tema, avvicinarsi ai metodi, agli strumenti, ai riferimenti teorici della Scuola.

Ognuno può contribuire ad arricchire la Biblioteca, inviando una segnalazione, un testo, una indicazione alla Segreteria: info@scuolamaraselvini.it.
Se siete interessati a una risorsa che non risulta disponibile, scrivete alla Segreteria: info@scuolamaraselvini.it.

L’accesso ai materiali della biblioteca è in generale aperto a tutte le persone interessate, ma alcune risorse sono disponibili solo per gli specializzandi e gli specializzati della Scuola, che devono essere registrati.

RICERCA

RISORSE della biblioteca

Stefano Cirillo

I molteplici tradimenti della vita di coppia

Maschio e femmina. Diventare coppia curato da Laura Santoro RagainiEditrice Ancora, Milano 2006

2006

I terapeuti di coppia sono abituati a trattare il tema del tradimento con un partner sessuale. Ma l’utilizzo di un terzo con cui stabilire una relazione privilegiata a scapito del primato del rapporto coniugale può avvenire anche a prescindere dal tradimento amoroso. Analizziamo i principali “terzi” che possono attaccare l’esclusività del patto coniugale.

Risorsa ad uso esclusivo di utenti registrati. Accedi per scaricarla.
articolo

Stefano Cirillo

Il trattamento familiare nei casi di pazienti psichiatrici genitori di minori

La terapia familiare nei servizi psichiatrici di Stefano Cirillo, Matteo Selvini, Anna Maria Sorrentino (2002) Raffaello Cortina Editore, Milano 2002

2002

Abitualmente gli operatori della tutela e i colleghi della psichiatria ritengono di muoversi su fronti contrapposti, per il benessere dei rispettivi clienti, vissuti come portatori di interessi contrapposti. Se invece ci muoviamo in una prospettiva centrata sulla relazione genitore/figlio, possiamo nel servizio psichiatrico utilizzare il danno sofferto dal minore come una leva motivazionale per attivare la madre o il padre verso un proprio recupero per non nuocere più al figlio. Se la manovra non riesce, il genitore può sentirsi sollevato dal rinunciare a un compito troppo gravoso per lui/lei.

Risorsa ad uso esclusivo di utenti registrati. Accedi per scaricarla.
articolo

Diego Barbisan (2021)

L’Homo faber fortunae suae dimenticato dagli operatori sociali

Terapia familiaren.126, 2021, Ed.Franco Angeli

2021

Nell’articolo l’autore osserva la sorprendente ingenuità sul piano scientifico di molti interventi effettuati nell’ambito della tutela dei minori, sorprendente perché di professionisti dotati di buone potenzialità umane e tecniche. Un caso clinico con caratteristiche molto generiche consente di esemplificare le modalità operative più frequenti e presentare le loro alternative con i vantaggi che ne conseguirebbero. La differenza nel fare clinico dipende dal come egli guarda alle condotte umane meno funzionali: se le relega a manifestazioni di sofferenza o se ne coglie anche la dimensione attiva, quella atta a far fronte al dolore. L’articolo prosegue proponendo alcune ipotesi esplicative della tendenza alla elementarità di diagnosi e interventi soffermandosi maggiormente su quella inerente alla scelta di svolgere una professione di aiuto in ambito psico sociale.

Risorsa ad uso esclusivo di utenti registrati. Accedi per scaricarla.
articolo

Diego Barbisan (2020)

Una educativa domiciliare psicologica: il Pepsi. Premesse e forme di intervento

Ecologia della mentevol. 43 n.2 2020, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma

2020

Pepsi è l’acronimo di progetto educativo psicologico. Si tratta di una forma di educativa domiciliare con obiettivi di ordine psicologico destinata ad adolescenti con condotte pregiudizievoli la propria condizione fisica, esistenziale e familiare. Ritiro sociale e scolastico, agiti autolesivi, reati, abuso di sostanze, accesa e protratta conflittualità con i genitori, sono comportamenti tra i più frequenti affrontati dall’intervento Pepsi avviato dai Servizi dopo aver verificato la non capacità o disponibilità del ragazzo e dei suoi familiari ad un aiuto psicologico nelle forme tradizionali, quali i colloqui di sostegno e terapia negli studi pubblici o privati. “Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna” e così è l’operatore ad avvicinarsi a chi tende ad agire stati d’animo e dinamiche relazionali senza averne sufficiente consapevolezza. L’obiettivo è quello di entrare nel mondo dell’adolescente e della sua famiglia abbastanza da comprendere assieme a loro le premesse e le funzioni di quanto si ritrovano a fare. Così da aggiungere un grado di libertà a scelte che sono tali solo se il loro autore può riconoscere cosa esprimono di lui. L’articolo riporta l’esperienza avviata da qualche anno di una educativa domiciliare che si dà obiettivi di ordine clinico psicologico chiamata Pepsi. Intervento destinato a quegli adolescenti e loro famiglie che pur presentando importanti difficoltà non hanno disponibilità e caratteristiche per la psicoterapia nelle forme più classiche. L’autore presenta alcune ipotesi esplicative della difficoltà di queste persone a porre sé stessi quale oggetto di riflessione e propone una operatività alternativa che tiene conto di quei fattori. Seguono alcuni casi esemplificativi e si termina con la descrizione degli step della procedura Pepsi.

Risorsa ad uso esclusivo di utenti registrati. Accedi per scaricarla.
articolo

Anna Maria Sorrentino (2002)

La famiglia: considerazioni terapeutiche

Cap.IV del libro di Anna Maria Sorrentino, Augusto Battaglia, Andrea Canevaro, Michelangelo Chiurchiù, M.M.Pierro, A. Leone, M.Vecchi Figli per sempre. La cura continua del disabile mentaleCarocci Editore, Roma 2002

2002

Il disabile mentale grave rappresenta veramente un "paria" all'interno di una società centrata sull'acquisizione di competenze astratte come quella occidentale avanzata. Come operatori percepiamo la sfida dolorosa che questa difficoltà esistenziale pone al soggetto che ne fa espеrienza e alla sua famiglia, provata duramente nella propria aspirazione al dialogo e alla trasmissione di abilità e competenze. Noi stessi siamo a volte portati ad interrogarci circa ciò che ci spinge a lavorare con questa particolare forma di difficoltà la quale ci costringe a scendere alle radici del nostro funzionamento psichico ed affettivo per sintonizzarci con la persona disabile. Certo è che la grave disabilità chiama in causa rapidamente gli operatori della salute e della riabilitazione, così che possiamo figurarci il sistema relazionale che si genera intorno ad essa come una struttura con tre polarità: il paziente, la famiglia e gli operatori. Ciascuna polarità definisce se stessa nella relazione con le altre due.

Risorsa ad uso esclusivo di utenti registrati. Accedi per scaricarla.
articolo

Dante Ghezzi (2004)

Terapia con le coppie: un protocollo consolidato

Terapia Familiaren.74, marzo 2004, Ed. Franco Angeli, Milano

2004

Il presente articolo illustra una metodica consolidata di trattamento terapeutico della coppia in crisi (conflitto perdurante, disturbi della comunicazione, sintomi manifesti in uno dei partner, ecc.) gestita con il coinvolgimento di due terapeuti in equipe e articolata in quattro fasi. Presenta la prima fase di consultazione iniziale considerata delicato momento di impostazione e affronta il tema fondante del contratto terapeutico individuando condizioni che favoriscono o ostacolano il percorso di trattamento. Giustifica la seguente fase di sedute in formato di coppia, la terza fase cruciale delle sedute individuali e la quarta fase di sedute con la ripresa del formato di coppia che sfocia nel termine della terapia. Illustra quindi le ragioni relazionali individuate che sottostanno solitamente alla crisi di coppia: eccessivo legame con le famiglie di origine, rottura del contratto implicito, autonomizzazione di uno dei partner non sopportata dall’altro e propone scelte terapeutiche utili al superamento della crisi. Presenta criteri per l’impostazione della terapia a partire dalla parificazione che superi le attribuzioni immobilizzanti (sano, malato; sensato, squilibrato; innocente, colpevole; ecc.) facendo leva sulla progressiva responsabilizzazione di ambedue i partner allo scopo di orientarli ad un recupero di benessere condiviso o di acquisizione di capacità di scelta per la separazione. Propone aspetti tecnici di conduzione di seduta e presenta casi che illustrano la metodica ed il percorso.

Risorsa ad uso esclusivo di utenti registrati. Accedi per scaricarla.
articolo