Un laboratorio è uno spazio dedicato allo studio di uno specifico argomento, che prevede la partecipazione diretta dei partecipanti. Mettendo in rete le specifiche pratiche di ciascuno e partendo dal modello condiviso delle “sette porte”, il lavoro comune si focalizza sulle tecniche di presa in carico individuale. L’obiettivo è quello di recuperare traiettorie di intervento che, nell’ottica della complessità, mirino ad integrare modello sistemico, modello psicodinamico, costrutti relativi alle teorie cognitivo evoluzioniste, e modello elaborato da Lorna Benjamin, come bussole in grado di connettere storia trigenerazionale, storia attuale e relazione terapeutica. Il focus si concentra, da un lato sulla narrazione del paziente e sulla ricerca degli isomorfismi presenti in queste narrazioni, dall’altro sui vissuti del terapeuta, come elementi fondamentali per la costruzione dell’alleanza terapeutica. Particolare attenzione viene data alla gestione del transfert e del controtransfert, concentrandoci sullo sviluppo di competenze atte a decodificare anche i contenuti simbolici presenti nelle pieghe del racconto del paziente e della specifica relazione terapeutica. Si recupera l’obiettivo della costruzione condivisa (Cooperazione) senza abdicare però al sapere teorico (Rango) e alla cura (Accudimento).
Lo psicoterapeuta, a partire dalla storia del paziente e dalle interazioni relative al setting, costruisce gradualmente le sue ipotesi, le falsifica, le corregge (ipotizzazione “leggera”), con domande che favoriscano connessioni, riformulazioni, interpretazioni e il recupero della matrice funzionale e adattiva delle strategie relazionali del paziente.
Sul piano della tecnica di conduzione, vengono presi in esame i temi relativi alla gestione del primo colloquio, all’uso della metafora, all’utilizzo degli allargamenti nelle sedute, al sogno nel dialogo clinico, all’utilizzo in terapia del cinema e della letteratura, alla gestione delle comunicazioni del paziente extra-setting (sms, mail, ecc.).
Testo di riferimento: G. Cambiaso, R. Mazza, Tra intrapsichico e trigenerazionale. La psicoterapia individuale al tempo della complessità, Raffaello Cortina, 2018.
Le giornate prevedono momenti di approfondimento teorico, di condivisone di riflessioni sulla teoria della tecnica e sulla conduzione, presentazione e discussione di video e casi clinici, confronto su casi presentati dai partecipanti.
La frequenza è riservata agli specializzati della Scuola Mara Selvini Palazzoli ed è limitata ad un numero massimo di dieci partecipanti.
Gli incontri, che si svolgono presso la sede della Scuola a Milano, si articolano in cinque sabati dalle 10.00 alle 17.00 nelle seguenti date:
GIANNI CAMBIASO
Psicologo e psicoterapeuta, già docente presso l’Università Cattolica di Milano, è attualmente direttore didattico della sede di Brescia della Scuola di psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Tra le numerose pubblicazioni di cui è autore ricordiamo Figli per Sempre e Paradossi di coppia, scritti con Roberto Berrini e pubblicati da Franco Angeli, La famiglia del tossicodipendente, scritto con Stefano Cirillo Roberto Berrini e Roberto Mazza (nuova edizione Raffaello Cortina, 2017) e il già citato Tra intrapsichico e trigenerazionale, scritto con Roberto Mazza (Raffaello Cortina, 2018).