Negli anni recenti, nel contesto delle separazioni conflittuali il fenomeno di figli che rifiutano il rapporto con uno dei due genitori ha acquistato anche in Italia crescente visibilità. Lo incontriamo spesso nella consulenza tecnica disposta dal giudice e nelle aule dei tribunali, ma lo troviamo anche nella realtà dei servizi, o in persone che chiedono un aiuto terapeutico per questo problema. Già negli anni ’80 queste situazioni erano presenti in altri paesi; come noto, lo psichiatra americano Richard Gardner le ha per primo descritte come Sindrome di Alienazione Genitoriale (Parental Alienation Syndrome o PAS).
La concettualizzazione di Gardner è stata tuttavia fortemente criticata dalla gran parte della comunità scientifica internazionale, soprattutto per quanto riferisce alle cause del rifiuto (il lavaggio del cervello del figlio ad opera del genitore alienante) e ai modi di affrontarlo (la parentectomia, ovvero l’allontanamento del genitore ritenuto artefice di questo lavaggio).
In una prospettiva sistemica, che fin dall’opera pionieristica di Jay Haley ci ha allenati a vedere le triangolazioni e le relazioni familiari nelle loro influenze reciproche, è evidente come la PAS rifletta un pensiero improntato a una causalità lineare semplicistica e una mancata considerazione delle relazioni triadiche.
In questo laboratorio cercheremo di capire, soprattutto attraverso casi clinici, come il rifiuto di un genitore da parte di un figlio sia l’esito di dinamiche familiari complesse, che si sono costruite nel tempo e che entrambi i genitori hanno contribuito a costruire insieme al figlio.