La famiglia può essere considerata, in alcune fasi specifiche del suo ciclo vitale, alla stregua di un sistema instabile, non lineare, in continua evoluzione. Questo sistema attraversa stati critici, in una “regione di frontiera” tra ordine e caos e si trova, nel corso della sua storia, a dover affrontare eventi stressanti che comportano un processo di riorganizzazione di compiti e ruoli e crisi di transizione. I sistemi instabili sono descritti dalla scienza del caos, una scienza di processo, che avanza tesi forti sulla natura dei sistemi complessi. La scienza del caos ci suggerisce che in un sistema instabile, non lineare, i cambiamenti sono scarsamente prevedibili, che non esiste una relazione proporzionale tra causa ed effetto (“effetto farfalla”), che esiste una tendenza all’auto-organizzazione.
Sono evidenti le suggestioni insite nel considerare la famiglia all’interno del paradigma del caos, in particolare per chi lavora in presenza di strutture familiari ad elevata instabilità quali, ad esempio, le famiglie maltrattanti, certe crisi dell’adolescenza, alcune tossicodipendenze. In particolare: l’individuazione dei fattori di rischio e dei fattori protettivi ed il lavoro clinico basato sul loro rinforzo/contenimento viene ad assumere un ruolo fondamentale; la storia trigenerazionale della famiglia acquista una particolare importanza ai fini di dare un senso alle aree di criticità; famiglie con strutture analoghe, pur partendo da uguali condizioni di partenza, possono evolvere in modo molto differente tra di loro.